lunedì 21 febbraio 2011

“LA VETRINA: GLI SPAZI PUBBLICITARI APPLICATI E LA PUBBLICITA’ IN TRASPARENZA”

Sono qui affrontati in modo più esaustivo gli accenni della scheda critica per la mostra. Si parte con lo spiegare come la vetrina può essere intesa come uno spazio architettonico (o “vuoto architettonico”). Viene delineato il rapporto “a distanza ravvicinata” con la vetrina resa inaccessibile dal vetro. Segue una spiegazione
dettagliata della grammatica del suo linguaggio espositivo: i colori, le luci, la composizione e la decorazione. Si prosegue con lo spiegare i due espedienti pubblicitari della “pubblicità dell'oggetto evocato” e “la pubblicità dell'oggetto esposto” ovvero come gioca su di noi emotivamente la presenza fisica oggettuale della merce o la sua evocazione. Affrontando poi il tema dell'estetismo della vetrina e dei messaggi che il suo spazio espositivo veicola, si arriva a parlare del rapporto vetrina- strada dimostrando come determinati negozi diano volti differenti alle vie cittadine determinando quelli che sono i luoghi di incontro e di messa in mostra di sé.

Riallacciandoci a quest'ultima riflessione si conclude l'elaborato con l'analisi del reportage fotografico di Amanda Signifredi per le vie più illustri del centro di Parma. Le foto mostrano la relazione che le vetrine hanno con la strada, l'impiego della pubblicità nella vetrina e la mitizzazione in tale spazio delle merci status symbol. Allo stesso tempo però, ponendosi dall'altro lato del vetro e guardando verso la strada esse puntano l'obiettivo su di noi che guardiamo la vetrina e che metaforicamente, in un gioco concettuale molto semplice, diventiamo il “soggetto al di là del vetro”.

Eleonora Conti

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